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Anche le donne scelgono la carriera dell’amministratore di condominio

21/01/2016 / L'esperto risponde

La professione dell’amministratore di condominio nasce in seguito all’esigenza di poter affidare ad uno specifico soggetto la gestione ufficiale dei beni comuni nonché a sedare e risolvere le eventuali controversie che nascono tra i condòmini, nella fruizione del suddetto bene. Se inizialmente l’amministratore di condominio acquisiva capacità e competenze con la pratica, oggi anche per svolgere questa professione sono richiesti requisiti e qualifiche entrate in vigore da giugno 2013, in seguito all’attuale riforma che ha interessato il settore. Da questo momento in poi chi viene nominato amministratore di condominio deve aver frequentato un corso di formazione iniziale e possedere specifici requisiti di cui vi abbiamo già parlato in un precedente articolo. L’impegno richiesto è maggiore rispetto al passato anche perché è sorto l’obbligo dell’aggiornamento professionale periodico. Secondo i dati diramati dall’Anaip (Associazione Nazionale Amministratori Immobiliari Professionisti), le donne iscritte agli ultimi corsi di formazione per intraprendere la carriera di amministratore sono ben l’80%. Il target delle corsiste appare variegato: dalla giovane laureata che in seguito ad un lungo iter teorico sceglie un settore che le consenta di ottenere un accesso immediato nel mondo del lavoro, alla professionista matura che vuole reinventarsi per contrastare la crisi economica che ha colpito le altre professioni. La finalità è univoca in entrambi i casi: sfuggire alla disoccupazione, che soprattutto nel caso delle donne, mantiene ancora tassi molti elevati nel nostro territorio. Le aspiranti amministratici quindi sono istruite e dotate di competenze e capacità trasversali, molte delle quali acquisite proprio dalla doppia vita di mamma- lavoratrice. Con titoli di studio, esperienza e capacità di essere multitasking si può ben dire che le donne amministratrici non hanno nulla da temere dalla concorrenza maschile del settore. Tuttavia, occorre ricordare che anche questa professione presenta il risvolto della medaglia: non è sempre facile conciliare il lavoro e la vita privata. Gestire più unità immobiliari richiede un costante impegno, dalla reperibilità telefonica alla lucidità mentale per sedare controversie, bilanciare le esigenze (a volte anche improbabili) degli inquilini e fronteggiare le problematiche che possono affliggere l’unità abitativa. Si ricordi infine che le riunioni si svolgono prevalentemente in serata e spesso si protraggono fino a tardi, rendendo necessario, soprattutto a chi ha figli, un supporto a casa. Un’occasione per il proprio partner di dimostrare la sua versatilità, da professionista a uomo di casa.